domenica 15 gennaio 2012

Cooking from scratch: la verdura biologica a casa



Dalla mia amica Gina ho imparato a suo tempo l' espressione cooking from scratch, che vuol dire che compri solo gli ingredienti di base e tutto il resto te lo fai tu. Una specie di Kapla o Lego della cucina. Quindi una volta che ho in casa olio, conserve, uova, farine varie, legumi e verdure, il resto viene da sé.

C' è da dire che il mio background abruzzese montagnardo e marino aiuta. Sono cresciuta in un ambiente che più autarchico non si può, neanche un buon mercato per le verdure c' era perchè naturalmente, tranne noi, tutti avevano l'orto.

Mia nonna era il frate cercataro grazie alle sue infinite amiche, tutti i pomeriggi usciva di casa dopopranzo e o andava ad aiutare nonna Gisa e nonna Argentina al forno, che il pomeriggio facevano i biscotti e i pan di spagna, o andava dalla commare Laurina da cui tornava con qualche finocchio, che erano la nostra passione ma non avendoli mai comprati era una passione perennemente attizzata e mai interamente soddisfatta.

D' estate si facevano le bottiglie di pomodori, tutto il vicinato insieme e a turno, così la callara e le varie attrezzature passavano di casa in casa, di garage in garage e di aia in aia. Che poi l' unica aia che c' è rimasta era ed è quella dei Biancò, due fratelli che con mogli, figli miei coetanei e l' ultranovantenne zia Cannella, una vecchiettina tremolante sempre attaccata al termosifone o al camino, visto che in queste case di campagna ammodernate entrava il salone con pianoforte ma il camino in cucina restava, grande, d' angolo, in modo che ci si potevano far asciugare le salsicce appendendole nella cappa. Tutto intorno cresceva il boom edilizio degli anni '70 e '80 che ha reso irriconoscibili i nostri paesetti sulla costa, fatto sparire le vigne che arrivavano al mare e i gelsi, ormai ridotti a rarità e solo nelle campagne più interne, sulle colline.

I fratelli Biancò a un certo punto su alcune delle terre hanno costruito palazzine di appartamenti, le due famiglie separarono il quotidiano, ma visto che una delle caratteristiche generazionali è che si cresce e si figlia tutti insieme, alcuni anni fa con Ennio piccolissimo, andai a trovare Santina per rivedermi sul' aia un mucchio di ragazzini del vicinato a giocare a pallone, tutti in qualche modo imparentati fra loro e con me o per sangue o per battesimi atavici. A me comunque sono rimasti impressi quei pomeriggi passati a giocare su un carretto di quelli dipinti che chissà che brutta fine ha fatto quando si è ampliato il garage, sull' aia coperta di schiazze di pietra, liscia come il pavimento di una pista da ballo e dove in estate si spargeva ad asciugare granturco e dove al balcone si appendeva un setaccio su cui i chicchi venivano fatti saltare in modo da separarli dalle impurità.

E dove in occasione di battesimi, comunioni e cresime si affittava un tendone verde che ci si montava sopra, insieme a banconi e panche, le donne a cucinare per una settimana, e si facevano dei banchetti favolosi con specialità riservate esclusivamente ad essi, del genere tipica ospitalità abruzzese:
"Com' a shtate lu pranze?"
"Bell', bell', cià avanzate tande de quella robbe che la ggende se l' ha dovute ripurtà a la cas'."

Che poi per i Biancò il lato agricolo era un' occupazione prettamente femminile, con la commare che andava in motozappa perchè non aveva mai preso la patente, mentre i padri andavano a mare ed avevano pescherecci. Il compare Pietro a un certo punto mise su con dei soci un' importazione di mitili dalla Spagna e il fatto che io e Rossana siamo nate a due giorni di distanza pare fosse dovuto a una sbronza colossale di Pedro Jimenez per festeggiare il matrimonio dei miei che in viaggio di nozze poi sono scesi da Ofena a Tortoreto con la Giulietta Sprint.

Uno ci prova sempre ad affrancarsi dalle origini per carità, io infatti quei mesi che ho studiato in Canada ho deciso di farmi una cultura di junk food, tutto ho provato, e sono infatti rientrata talmente ingrassata che Gisa giovane, la fornaia nuora di nonna Gisa, con l' occhio di falco che la contraddistingue me lo chiese subito:
"O Bà, ma sono io o tu ti sei ingrassata?"
"Altroché, con tutte le schifezze che mi sono mangiata, 'mo non cominciare a dirlo a tutti che dal Canada sono tornata incinta, perché è tutta ciccia naturale", che il forno per le notizie è una stazione di posta ed è meglio specificare.

A ottobre vendemmiavamo e facevamo il vino fino a che abbiamo avuto la vigna di zia Filomena, a novembre coglievamo le olive e facevamo l' olio, a dicembre qualcuno, normalmente Ernesto, il padre di Paola, ammazzava il maiale e andavamo a vedere come si facevano le salsicce e la ventricina, mamma si riportava il sangue e faceva dei sanguinacci che a noi bambini faceva schifo solo l' idea e così finiva l' anno e si ricominciava da capo.

Ecco, a me tutto questo è rimasto, nonostante tutte le mie infinite esplorazioni culinarie e il periodo dei viaggi e del relativismo, per poi concludere che non c' è un tubo da relativizzare e una cucina come quella italiana, col cavolo, giusto in Asia quella cinese, thai, giapponese e indiana possono parlare.

Solo che vivo in Olanda, terra di serre, di pomodori che i tedeschi chiamano bombe ad acqua, e gente che in generale non ha la priorità del cibo genuino, tanto basta tirar fuori una salsina da un sacchetto o ammazzare un piatto di spezie, o lessare 3 tipi di verdura e gratinarle al forno con quel formaggio di fabbrica tutto uguale sempre e comunque, che hai passato la giornata.

E si fa davvero fatica a trovarli gli ingredienti, per questo io ho una dispensa esagerata, mi riporto dei carichi di cibo che poco poco devo fare un controllo del bagaglio a mano è davvero imbarazzante, ma tanto ormai ho la faccia come il culo con quei poveri doganieri (vi dico solo che il venerdì santo che sono scesa per l' intervista di Fahrenheit e sono ripartita il sabato, la trasferta italiana più breve della mia vita a memoria d' uomo, mi sono riempita la borsa di carciofi, agretti, cipollotti ben sigillati, asparagi e simili, perché la verdura qui è da piangere, a meno di non andare dai fruttaroli gioiellieri che hanno si cose meravigliose, ma è il mio budget che mi frega.

Fino a che, prima di Natale, Monique non mi passa la mail della sua unica scoperta:
"Un ometto delizioso, sempre caruccio e simpatico, che ti porta a casa la verdura biologica che ordini, direttamente dal Beemster, guarda, mi ha risolto la spesa".

Il Beemster è la regione agricola a nord di Amsterdam, un ex lago bonificato nel 16esimo secolo, quello dei mulini.

Funziona così, gli mandi una mail e il mercoledì o giovedì mattina ti arriva la lista di quello che è disponibile quella settimana, con il prezzo. Da gennaio la lista è in excel che ti calcola subito quanto gli devi. Tu decidi quello che vuoi di verdura, frutta, latticini, uova, anche alcuni prodotti pronti tipo insalate varie o marmellate o conserve e financo saponette. Tutto prodotto da vari agricoltori biologici. indichi se vuoi la consegna il venerdì pomeriggio o il sabato mattina (quelli sono i suoi giri per Amsterdam, altre zone le fa in altri giorni) e il tutto ti viene consegnato a casa, in sportone di carta e con un fiorellino. La prima volta che non ci avevo pensato e non avevo una lira, mi ha detto tranquillamente di fargli un bonifico.

E ogni volta dalla busta spunta un fiorellino, ieri addirittura una piantina di violette tricolori. Mi sono resa conto che in genere ordino 35 euro, cambiano solo i centesimi, manco a farlo apposta e l' unica cosa che non prendo sono l' insalata o gli agrumi.

I prezzi sono addirittura paragonabili al non-biologico del negozio o al biologico del supermercato e la cosa bellissima è che tutto è talmente fresco che mi dura anche due settimane se qualcosa non riesco a farla subito.

Se vi interessa li trovate su Facebook o all' indirizzo qui sotto. Io sono entusiasta non solo per la qualità dei prodotti e il prezzo, per la comodità di averli a casa e perchè sono quasi a km. zero, ma soprattutto per quanto sono carucci loro. (Non so se nella foto delle borsone vedete spuntare in alto il rametto di roselline di quella settimana).


Vriendelijke groet uit Noordbeemster,

Mickey en Jan
www.beemsterbezorgservice.nl
info@beemsterbezorgservice.nl
06 13477250

8 commenti:

francesca ha detto...

Quindi non sono l'unica pazza che impacchetta aglio e cipolle in valigia per non parlare delle preparazioni di mia madre.... Io l'aglio cinese proprio non riesco a comprarlo!
Qui sempre da una soffiata di un amica abbiamo scoperto un fruttivendolo itliano che viaggia ogni mercoledi` dall'italia ed ha frutta e verdura nostrane nonche` la vera mozzarella di bufala....e` diventato il mio spacciataore ufficiale.
Ciao francesca

destinazioneestero ha detto...

La verdura fresca ha un altro sapore rispetto a quella da frigorifero del supermercato! Quando mia zia che ha vari orti me ne regala un po' d'estate me la gusto con avidità.
Che fortuna aver trovato questo venditore!

Mammamsterdam ha detto...

No Francè, secondo me siamo proprio un mucchio a farle queste cose. Anche io ho tra gli soacciatori ufficiali una serie di ingrossi da ristorazione, quelli italiani in genere non sono troppo difficili se si tratta di vendere a privati, hai visto se dalle tue parti ci sono?

Destinazioneestero: la volta che ho preso il cavolo romanesco nella foto, lo si vedeva dal taglio che era stato tagliato la mattina stessa, altro che la verdura da super che appassisce nelle celle frigo dei vari trasporti prima di comprarla. La cosa migliore di questo servizio è proprio la freschezza, lo dicono quali sono le cose che vengono colte il venerdì mattina prima della consegna e si vede.

squa ha detto...

non solo un magnifico post, ma anche un bellissimo suggerimento in conclusione!! Peccato sia un po' fuori mano per me.
Facevamo una ocsa simile in Francia, con la differenza che ci eravamo impegnati in anticipo col ocntadino per diverse settimane di acquisto e così partecipavamo del suo rischio nel raccolto. Lui portava a sorpresa quel che aveva raccolto di settimana in settimana. Ho fatto delle belle scoperte di verdure che non ero abituata ad acquistare. Ho cercato qualcosa di simile in Zuid Holland ma non ho trovato. Solo il cestino del natuur winkel che pero' non mi ha convinta.

lerinni ha detto...

mi piace un sacco immergermi nella tua infanzia. ecco.

arianna ha detto...

Anche qua si torna dall'Italia col pacco dell'emigrante, col classico grana, i vasetti di passata e pomodori a pezzettoni fatti in casa, l'origano davvero profumato, il miele, e altre amenità per il mio palato sensibile e quello neo-istruito del batavo. All'aglio non ci avevo mai pensato, ma è vero, io annuso sempre quello che compro. Il mio batavo dice che sono proprio una principessina. Ma il top penso l'abbia raggiunto mia mamma quando, pochi giorni dopo la nascita dell'atteso nipotino, ha preso il primo aereo per raggiungergi: "signora, lei ha della carne in valigia?!" - "si, è tagliata di cavallo, mia figlia ha appena partorito e sa, ha perso sangue e deve tirarsi su di ferro! se non mi crede le faccio vedere che cos'ho in tasca!" - "ho visto signora, vada vada...". In tasca aveva i confetti...
A parte questo siparietto, anche io sono alla ricerca di frutta e verdura genuina che non sia appunto del bio-verduraio gioielliere che per di più non espone mai i prezzi e io se devo chiedere il prezzo di tutto mi scoccio e non ci vado più per principio. Ne conoscete qualcuno zona Nijmegen? Qualcuno ha esperienza di Odin/Estafette? Sono disposta anche a rinunciare alla carineria del fiorellino...
Saluti, Arianna

arianna ha detto...

uffa di nuovo un commento scritto e perso. vabbè, riscrivo ma sintetizzo.
Anche noi torniamo dall'Italia col pacco dell'emigrante tipo Toto', ci manca solo la gallina viva. Ma ci siamo arrivati vicini quando mia mamma ha preso il primo aereo per venire a vedere il nipotino appena nato. Scena in aeroporto: "Signora, ma lei ha della carne in valigia?!" - "Sì, tagliata di cavallo! Ma è sottovuoto eh...sa, mia figlia ha appena partorito, deve tirarsi su di ferro! Se non mi crede le mostro che cos'ho in tasca!" - "Si ho visto cos'ha in tasca, vada vada...". In tasca c'erano tre etti di confetti....
A parte ciò, anche io sono alla ricerca di verdure genuine che non siano del bioverduraio gioielliere, che peraltro non espone nessun prezzo e a me di chiedere ogni volta tutto o di trovarmi la sorperesa finale mi irrita e non ci vado più per principio. Qualcuno conosce servizi simili zona Nijmegen? Conoscete Odin/Estasfette? Sono disposta anche a rinunciare alla carineria del fiorellino :-)
Saluti
Arianna

Mammamsterdam ha detto...

Arianna, con tua madre mi hai uccisa, sembra la mia. Siccome ho la moderazione dei commenti non si vedono subito, bisogna aspettare che li sblocchi io.

Su Odin Estafette, io ho iniziato così, con l' abbonamento alla borsa mista frutta e verdura, costa meno delle verdure a la carte, solo che erano gli inizi inizi e d' inverno erano tutto un cavolo e un' indivia, ma mi hanno permesso di scoprire verdure che non conoscevo, come i topinanbour. All' epoca (mh, anche tuttora mi sa) facevamo una vita troppo sregolata per la regolarità del pacchetto di verdure che devi pur consumare, ma mi sono sempre trovata bene, quindi se da te ce l' hanno io un abbonamento di prova lo farei, adesso poi hanno introdotto molta più varietà e mi piace il fatto che ti diano le ricette.