Davide e' venuto a prendermi a Caselle e mi ha poi portata in questa cascina che avevo gia' conosciuto quest' estate dove ha sede il circolo degli amici. Il sole del pomeriggio di autunno, un pranzo tardivo sotto la pergola, poi dopo avermi fatto vedere la cucina se ne sono andati tutti via a fare le loro cose.
Ho passato un pomeriggio meraviglioso a cucinare in questa cucina professionale, che e' una cosa che mi manca da anni. Mettere insieme con calma e organizzazione un menu per 25, mentre fuori dalla porta aperta, da cui entrava la luce di questo pomeriggio bellissimo, con fuori il trio Lescano dei gatti, tra cui il gatto noioso con la coda mozza che ha fatto di tutto per attirare l' attenzione ma non si e' azzardato ad entrare.
Questo il menu:
- affettati vari (salamino aquilano piatto, quello marsicano tondo al peperoncino, lonza e poi crostini alla ventricina di maiale, che `e una specie di salsiccia con piu' grasso che carne da spalmare.
- poi mentre lessavo le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio che abbiamo deciso di dare come contorno, mi e' avanzato un fondo di cottura troppo bello, denso e carico di sapore per lasciarlo li'. Ci ho cotto alcune patate, passato fine, condito con un filo d' olio buono e ne anniamo fatto un cicchetto servito in tazzine da caffe' per aprire lo stomaco.
- seguiti maccheroni alla chitarra belli spessi conditi con ricotta di pecora mantecata allo zafferano di Navelli.
- E poi dall' agnello cacio e ova, che prima di stufarlo mi e' toccato tagliarmelo a pezzettini (che belli i coltellacci delle cucine professionali, tocca rifarsene uno appena rientro, di quelle mannaie spesse e con la punta arrotondata che tagliano di tutto e puoi usarli come tagliere).
- Poi gia' che c' eravamo e c' era la coratella di maiale (cuore, polmone e fegato) l' abbiamo fatta come la nostra coratella di agnello di Pasquetta, e con l' autunno secondo me ci sta tutto.
- La salsa marmellatosa al peperoncino l' avevo fatta a casa e me l' ero portata dietro, servita con il pecorino stagionato all' olio che mi ha mandato su Gloria.
- I nocci atterrati sono stati il pezzo di successo, ce li rubavamo da un tavolo all' altro (ci dispiace, fumatori, ma se voi uscite, noi ne approfittiamo, mica vogliamo sprecare la grazia di dio?) Ho affinato la ricetta nel senso che non solo avevo un fantastico paioletto di rame pesante a disposizione in cui farli (tocchera' procurarsi pure quello, visto che ai bambini piace la polenta, lo potrei usare anche per quello). Ma gli ho fatto un passaggio doppio di caramellizzazione, cosa che ha fatto un gran bene anche alle scorzette di limone che ci avevo messo per profumarli (cosa non prevista dalla ricetta originale di zia Vittoria, ma ci stava anche li').
Siamo rientrati alle 2 di notte. alle 8 di mattino mi ha svegliato la squadra di calcio di Ennio per sapere se li raggiungevamo al mulinoo direttamente al campo. Ho chiamato il capo che non mi ha risposto. Mi sono letta un Vanity Fair per disperazione ma poi mi sono riaddormentata. Poi mi ha richiamato il capo per chiedere cosa volevo. Poi ho dormito fino alle 13. Poi sono arrivata a Carignano al circolo arci L' Armonia, che e' un ambientino bellissimo per via di olga che sta facendo una tesi su Kusturica e la sua mamma Vera con cui abbiamo scoperto di avere un editore in comune (lei ha partecipato alle interviste di un Ponte per il Kossovo, edito dai miei cari Orfeo e Maura di Exorma).
Ho conosciuto lo schiavo, che era pieno di piercing, buchi e inserti decorativi sottopelle, di cui mi sono accorta solo mentre finivamo di cucinare.
- Stavolta abbiamo iniziato con i soliti salumi, senza la lonza pero' e invece con una quenelle di ricotta allo zafferano da spalmare sui crostini.
- Poi zuppa di cicerchie con taccozze di pasta e il soffrittone di agli in camicia e peperoncini fritti nell' olio per condirli.
- Poi il nostro solito stufato di agnello cacio e ova, stavolta il cuore e fegato erano i suoi e ce li abbiamo aggiunti insieme a un quantitativo immane di lauro.
- Perch'e intanto dal macellaio sardo Giorgio aveva scoperto e preso le mazzarelle di agnello, involtini dei fegatini e rognoni avvolti in rete di grasso, e poi riavvoltolati nel budello, che ce li siamo cucinati alla maniera della coratella di Pasqua e poi e' arrivato il signore cresciuto a Galatina da piccolo e li ha riconosciuti pure lui, poi e' passato verso mezzanotte un biondino lucano giovanissimo che erano anche delle parti sue e insomma, noi popoli delle pecore della pecora non buttiamo via nulla e ci mangiamo tutto.
- Poi il pecorino alla salsa e poi i dolci Aveja di Odilia, le ferratelle, le pesche, i nocci attorrati e i liquori alla genziana e la ratafia'.
Poi la presentazione di Statale 17 e le mie solite chiacchiere sull' Abruzzo, poi il documentario dell' arci sul terremoto in Abruzzo visto in streaming, poi un sacco di chiacchiere e poi tirar tardi con i ragazzi, compresi appunto gli adolescenti del dopocena, tutti alunni di storia e filosofia del marito di Odilia. E il signore che quando avevo bisogno di attenzione per raccontare la portata successiva, mi faceva il fischio alla pecorara per azzittirli.
E il ragazzino dai noni di Torano che viene tutti gli anni anche lui in Abruzzo a farsi il mare ad Alba e che si e' sbafato tutto con l' aria di chi riconosceva i biscotti del mulino bianco della sua infanzia, quando invece tanti adulti erano molto diffidenti nei confronti dell' agnello che da loro non si usa, per non parlare delle interiora varie.
Pero' alcuni che di agnello no ne mangiano mai hanno poiammesos che il cacio e ova gli era piaciuto.
E poi niente, ho un invito al mare in Montenegro per l' estate prossima, ci siamo fatti dei giri di conti e riconti a scatole cinesi che mio marito avrebbe divrziato vedendoli fare in quel modo ma ha funzionato, ho venduto tutti i salumi extra perche' nella fretta e' arrivato un ordine doppio e anche se io me li porto volentieri in patria ho dei limiti di bagaglio (visto che mi riporto su anche del vino).
E siccome mentre cucini saltano fuori chiacchierando i tuoi veri progetti ho scoperto che Olga e Giorgio hanno anche loro la malattia di Astaroth, che adorano questo testo e tutto Benni in genere e prima o poi ci dovranno fare qualcosa. E quel qualcosa, gli ho ricordato, e' meglio farla con una certa compagnia teatrale di Amsterdam che si e' formata intorno ad Astaroth e che ce l' abbiamo talmente nel sistema che meglio di noi un altro non puo' farla.
Poi niente sabato e domenica umidi e grigi che se era per il clima me ne potevo anche stare a casa, ma il clima non e' tutto nella vita, c' e' anche l' aria che respiri, e quella per me, al di sotto delle Alpi, e' sempre piu' leggera da respirare.
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2 commenti:
Ma io vi venero, ci avete una resistenza che lèvati, io dopo una cena così (quella del primo o del secondo giorno, a scelta) altro che presentazione del libro, mi schiantavo sul primo divano e attaccavo una russata che manco una jam session di pizzica selvaggia mi svegliava.
Voi ci avete il fisico, ci avete.
azz mi è venuta una fame leggendoti, e poi il libro è incredibile, nn so nemmeno come fai a conoscere tutte quelle cose sulla tua terra, mi hai fatto sentire un'ignorantona!!!
....sei strepitosa barbara, un vero uragano, una forza della natura...sono felice di averti conosciuto e di essere tua amica!
un abbraccio
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