mercoledì 18 gennaio 2012

Meno male che non scrivo thriller

Perché nessun editore me l' avrebbe accettato. Il primo problema ovviamente è il titolo:
Capitani coraggiosi? C' è già. L' ammuntinamento del Bounty? Pure. Prima le donne e i bambini? Grazie Elena Gianini Belotti. Allora vediamo meglio? Il lupo di mare? Ettipareva Jack London. Crociera low cost? Ma pure Paolo Villaggio ci si mette. La felicità ad ogni costo? No, quella crociera lì era in Egitto. Uomini e topi? No, era in terraferma.

Dura la vita dei lettori cresciuti a pane e tigrotti di Mompracem e capitani che affondano con la nave. Abbiamo una visione distorta della realtà. Ma mai come gli scrittori di thriller, quelli si che da una realtà semplice e lineare riescono a fare cose inconcepibili, che però per la magia del plot e la relativa suspension of disbelief ci fanno credere che tutto sia possibile. Un po' come certi libri di Marco Travaglio.

Meno male che non scrivo thriller, ho pensato stanotte prima di chiudere gli occhietti un po' prima delle 2.

Intanto perché tanto si è bello che capito che dei prossimi casini politico-finanziari che ci attendono riusciranno a far passare di tutto e ci pupperemo tutto senza domande e senza mezza voce critica perché staremo tutti li (ci stiamo già, io per prima, fateci caso) a contare i minuti, gli spuntoni di roccia, gli eroi del mare e anche i suoi cattivacci, le animatrici prestate ai pompieri che salvano 15 bambini 15 tenendoli per la collottola uno per ogni dita delle mani e di uno dei piedi (l' altro piede gli serve per solcare le onde) e soprattutto in questa merda infame cercheremo disperatamente eroi, e cercandoli li troveremo.

Basta che uno nel normale svolgimento delle sue funzioni sbrocchi contro uno stronzo e gli dica un paio di parole, che tutti lo acclameremo e lo vorremo per tante cose, da presidente del consiglio ad allenatore dell' Inter, mica per provate capacità, come quasi sembrava ci fossimo abituati con il governo tecnico, noooooo, come al solito, per acclamazione popolare. Dieu le veut. Che poi riavere al comando uno che quando serve l' impropero energico o la bestemmia-calembour le sappia dire, diciamo la verità, un po' ci mancava in tanta distinzione.

Meno male che non scrivo thriller perché se ne scrivessi mi chiederei una cosa basilare: ma le vere intercettazioni, quando ce le fanno sentire? Perché per quanto belle, colorite e argomento del giorno, così non pensiamo ai ratings di Standard & Poor, che renderanno la nostra povertà ancora più standard di quanto fosse, quello che a me davvero piacerebbe sapere è: a chi ha telefonato il comandante mentre gli ufficiali maturavano l' ammutinamento, e che cosa si sono detti?

Perché capitemi, io non sono una scrittrice di thriller e quindi magari dico sciocchezze perché non me ne intendo, in un casino del genere se non agisci automaticamente con le procedure d' emergenza, che i protocolli esistono proprio perché nelle emergenze non hai tempo per i massimi sistemi, ma tocca agire, a me viene da dire: perché questi automatismi non sono scattati? A meno che non tocchi pensare a una copertura. Quelle telefonate lì, che mi sembrano fondamentali per capire un paio di cose, le intercetteranno mai? E se lo faranno, vedranno mai la luce del giorno o qualcuno le cancellerà per errore?

Ma meno male che non scrivo thriller, perché se lo facessi adesso mi dovrei fare un gran culo a studiarmi il diritto marinaro e soprattutto le polizze assicurative. Cosa che non ho la benché minima voglia di fare e non essendo una diva delle case editrici non ho neanche a disposizione un Research department pieno di gente che non solo certe cose le appassionano, ma sanno anche dove cercarle. Dovrei studiarmelo da me e naaaaah, mica ho tempo o voglia. Però basterebbe rivedersi quel film bellissimo che è Muro di gomma, di Marco Risi, sulla strage di Ustica, per ricordare la scena in cui l' addetto dell' assicurazione dice che non c' è grano per polli. Perché se è errore umano l' assicurazione non paga, ovvio. Per Ustica poi abbiamo dovuto aspettare un sacco, ma se c' è un dubbio, quasi una certezza, emerso fortissimo in questi anni è che appunto NON è stato un errore umano. Ma ormai, vai badando, dopo tutti questi anni? E poi io non scrivo thriller.

Perchè se scrivessi thriller, e a questo punto thriller di successo, potrei permettermi una macchina e pagare l' assicurazione. E quindi crederei, ingenuamente, che capisco qualcosa di assicurazioni. Scordatevelo, le assicurazioni per tutto quello che non è Acts of God ma ci si avvicina funzionano in modo molto diverso da come ragiona, vive e si assicura un comune mortale. Nooooo. Ma sapete quanti soldi si risparmiano se è un errore umano o non altra causa? Io non lo so perchè non scrivo thriller, non ho una macchina e non so come funzionano le grandi assicurazioni delle grandi aziende con stuoli di avvocati, commercialisti e fiscalisti che gli spiegano come fregare il mondo e tenersi i soldi tutti loro. Ma state sicuri che c' è gente che lo sa e quando c' è un guaio bisogna telefonare a loro per primi.

Mi piacerebbe essere uno scrittore di thriller? Be, se lo fossi mi ricorderei quanto tempo ci è voluto per scoprire, dopo la strage di via d' Amelio, le false piste di gente che si autoaccusava per corpire i veri mandanti ed esecutori che erano molto più in altro di loro nella scala. Ora se penso alla famosa lettera del sindaco che ringraziava per l' opportunità sventolamento fazzoletti ai crocieristi, se penso alle compagnie che ti promettono tutti i paesaggi del mondo dalla tua cabine e fanno manovra davanti a San Marco a Venezia (si, quello dell' ecosistema fragilissimo e l' acqua alta) per un Kodak moment che è il loro Unique Selling Point, se penso che non sei nessuno e quindi più di tanto non ti possono portar via ma ti possono togliere tanto, e se ti promettono avvocati e buona condotta e cazzi e mazzi e soprattutto tanti soldi e la promessa che anche se hai perso una carriera non ti mancherà nulla lo stesso, be forse fai quello che ti dicono perché non puoi fare altro. Mi riferisco ovviamente ai sacrificabili della strage di via d' Amelio, che avete capito?

Poi meno male che non scrivo thriller per Chiarelettere, perché a parte che lo scriverei solo tra vent' anni ma mi toccherebbe parlare delle ondate di suicidi inesplicabili, o incidenti d' auto, con cui i protagonisti chiave della vicenda muoiono come mosche prima di dire tutto quello che sanno. E siccome personalmente non amo pensare alla morte di nessuno, è chiaro che io questo thriller non lo posso scrivere perché me ne mancano voglia, capacità e fegato.

E se scrivessi thriller, comincerei a farmi le domande sui framing in atto: quello più interessante è quello che ci hanno fatto passare, a cui ho creduto io per prima fin dal primo secondo, che abbiamo un uomo finito, colpevole di una cosa talmente grossa che passerà il resto della vita a pagare, che ha perso tutto e sinceramente chi glielo fa fare a continuare, tantevvero che in carcere lo tengono sotto controllo perché potenzialmente a rischio suicidio.

Ora, come ci dicevano all' università: se in un film o un libro all' inizio fai vedere un chiodo, non si sfugge, entro la fine il protagonista ci si dovrà essere attaccato per suicidarsi (non che io sia una scrittrice di thriller, intendiamoci, però mi piacerebbe).

Ora a noi a inizio del film cosa ci hanno fatto vedere? Uno in un mare di merda che invece di fare le cose normali e logiche fa cose assurde (io dicevo: porello, la consapevolezza di aver fatto una cazzata che pagherà solo lui gli da il panico). Uno che in carcere lo guardano a vista perché se non è a rischio suicidio lui, chi altro. Uno che in galera sta con altri due che non sapremo mai chi sono e se stanno lì per mandargli a dire qualcosa. Poi di botto gli danno i domiciliari. Così se a casa sua c' è il famoso chiodo non lo vedrà nessuno. Ma lo scrittore di thriller pur sang l' ha già visto.

Il facile dello scrittore di thriller è che non ha a che fare con persone vere, quindi gli può far passare le peggio sfighe senza sentirsi in colpa. Beato lui.

Perchè se le cose andassero come le vede lo scrittore di thriller ci sarà qualcuno che dirà subito: va bene, ma nella sua situazione non poteva fare altro e magari sarà stata una liberazione, e vedete, questo è il motivo principale per cui sono contenta di non scrivere thriller, perché io dire o pensare una cosa del genere ai danni di qualcuno anche che non esiste, e in nome dei soldi, la trovo terribile e mi rifiuto di entrarci. Però nel framing già ci sono dentro, se solo lo nomino, cosa che sto facendo in questo preciso momento. Non se ne esce, diventa labirintico. Mi sto già sporcando le mani e non voglio, perché io non scrivo thriller, io scrivo ricette. E guide sentimentali. E pipponi vari.

Per questo non lo scriverò questo thriller. Ma non posso fare a meno di pensarci e costruirlo mano a mano che escono sempre più dettagli. Datemi le intercettazioni delle 4 telefonate del capitano e forse ci ripenso.

Ma non lo posso scrivere, nessun editore lo vorrà mai. Troppo inverosimile e tirato per le palle. E poi i titoli buoni sono già presi.

6 commenti:

Amedeo ha detto...

Post psichedelico, sappilo.
Sai che sto leggendo Gianini Belotti proprio ora? Era fuori stampa da molto, ma dopo anni di ricerche una libreria romana me l'ha sputato fuori!

Isabella ha detto...

Giovedì 19 gennaio al mattino presto il thriller sta già diventando un feuilleton dove la parola d'ordine, - siamo in Italia per qualcosa o no? - è "marinai donne e guai". Naturalmente c'è di mezzo la straniera, sconosciuta alle liste di bordo e perciò stesso fatalissima. Del resto, cosa potrebbe mai portare a scogli un prode capitano maschio se non l'annebbiamento provocato dal richiamo del sesso e della donna? Testate giornalistiche che vorrebbero essere serie viaggiano con titoli tipo (cito a memoria) "Una moldava in plancia col capitano" oppure "Testimone a 'Chi l'ha visto' sostiene che subito prima dell'incidente il capitano era nel top restaurant con due (diconsi 2!) donne". La professoressa Cosenza potrebbe farci fare una tesi di laurea, Lorella Zanardo scriverci un saggetto, e io vorrei tanto che si cambiasse genere letterario, ma ho poche speranze...

Anonimo ha detto...

Post delizioso. Complimenti
Stefano

Rabb-it ha detto...

Sono le volte in cui sono felice di aver scelto molto tempo fa di evitare di parlare di attualità e cronaca sul mio blog. Le poche volte che lo ho fatto me ne sono pentita il giorno seguente quindi... continuo a limitarmi a leggere chi ne sa scrivere.

mamikazen ha detto...

sono rimasta indietro a leggere ma nel prattempo ti ho premiata. presto presto però mirimetto in pari, un bacione

Miranda ha detto...

scrivilo e chiamalo "sali a bordo, cazzo" si porta molto adesso