lunedì 31 maggio 2010

Dove dormire lungo la Statale 17


Su richiesta di Flavia di Veremamme che è in viaggio nella zona e riferirà, ho pubblicato di là alcuni indirizzi recentemente verificati di alberghi-ristorante e B&B a cui appoggiarsi se avete in programma una gita tra Gran Sasso e Sirente.

domenica 30 maggio 2010

Un tranquillo weekend in famiglia


Stavolta la presentazione di Statale 17 a Lille me la sono venduta al capo come weekend in famiglia dalla zia: perché il contatto con Mon, della Librairie Internationale VO l'ha appunto procurato mia zia, mia entusiasta lettrice e che bello, perché è una zia letteraria e perfezionista che non fa concessioni a nessuno, quindi è un complimento.

Quindi dopo una settimana in giro e la replica di M.E.L.M.A. per la Dante Rotterdam che venerdì (ma era sabato tecnicamente) sono andata a dormire alle 2, siamo partiti con calma con l'idea che nonostante il famigerato tunnel Kennedy ad Anversa, che da anni andrebbe potenziato ma da anni tocca fare la coda, comunque saremmo arrivati alle 16.

Invece hanno pensato bene, per lavori al manto stradale, di chiudere due corsie proprio sabato.

Siamo stati in coda 2 ore e mezzo, con i bambini da tener buoni a botte di succhi di frutta (il poco da mangiare che avevamo è finito molto prima della coda), abbiamo sperimentato la nuova tecnica di: fa pipì nella bottiglia dell'acqua vuota senza bagnare i sedili (e ci siamo riusciti benissimo, Orso ha fatto in due rate un mezzo litro abbondantissimo, un record).

In libreria mi hanno aspettata, ho conosciuto tante personcine carine tra cui due oriundi di Castel del Monte e poi Mon, alla quale mi sarebbe piaciuto di più chiedere delle sue motivazioni per aprire proprio una libreria specializzata in edizioni originali, ma lo farò prima o poi per la radio.

Ai bambini ho comprato il Piccolo Principe in italiano.

Poi abbiamo visto gli zii e conosciuto Arturo, che è bellissimo, tutto sua madre biondo e occhioni azzurri e sorriso e un sacco di altre cose, ma con il ricciolo pazzo del padre proprio in cima al cocuzzolo. Che mi chiedo: ma i bambini che dormono dalle 8 di sera alle 8 di mattina a 9 mesi, sempre degli altri sono?

Per fortuna poi sua madre, che invece ieri era a Londra per lavoro (e sono andati a ballare fino alle 2 di notte con tutti i congressisti) quando l'ha sentita al telefono questa storia l'ha sfanculato bellamente, perché quando c'è lei lui si sveglia sempre quelle 4 volte a notte urlando, e poi si riaddormenta.

Che lei il co-sleeping da me raccomandato lo proverebbe pure perché sa che quando l'ha fatto funziona, ma il signor papà, forte dell'esperienza pregressa con gli altri due figlio, al co-sleeping non crede per principio.

"Mamma, ma perché noi abbiamo tanti zii e tanti cugini dapertutto?", mi chiedeva Ennio per strada, che credevo che avremo visto anche i due cuginoni, che però quel weekend lì erano con la madre.

"Perché mamma viene da una grande famiglia e perché quando andiamo all'estero andiamo di solito dai parenti" gli ho spiegato.

Poi stamattina siamo andati al Carrefour a fare la spesa (e mi sarei allargata molto di più di quanto abbia fatto, ma hélas e siamo ripartiti e non c'erano code.

Però per strada, visto lo scarso successo del Piccolo Principe con Orso, ho inaugurato la stagione delle favole lì per lì. Una comincia a raccontare e se le inventa lì per lì man mano che andiamo avanti.

E come ogni autore di best-seller sa, meglio tenersi larghi per il futuro. Volevo cominciare con la storia di una regina che aveva tre figlie principesse, poi ho deciso che era meglio sette. Hai visto mai che ricapitiamo in una coda?

Siamo già alla terza puntata e man mano che andiamo avanti vi riferirò tutto. Non è difficile, anche se Ennio è rimasto deluso:
"Ma te la stai inventando adesso, io voglio una vera storia" protestava il mio primogenito.
"Ennio, tutte le favole sono inventate" spiegava il padre. Che noi studenti di lettere Propp prima o poi ci è toccato, e quando sai il meccanismo è fatta. L'idea me l'ha data mia mamma in Italia, che una volta ci ha provato con successo.

E adesso si è convinto anche lui: avevamo iniziato con la prncipessa 1 e la mela d'oro, la principessa 2 e la spada d'oro e i 7 cavalieri imbranati, per passare alla principessa 3 e lo scudo d'oro, il drago e la stiratrice.

Per domani mi chiedono gli occhiali d'oro perché la regina non ci vede, la banana d'oro (e lì mi sono ammazzata dal ridere, ma non potrò raccontargli quello che vorrei, quindi mi sa che diventerà una pera d'oro) e si concluderà con la corona d'oro. Il resto lo vedremo per strada.

Comunque la morale della puntata 3 stasera è stata: meglio una buona stiratrice che un marito imbranato e su questa frase che mi sento di sottoscrivere dopo aver già stirato due camice al capo, vi auguro la buonanotte anche a voi.

venerdì 28 maggio 2010

Sport scolastico (e come reagire alle molestie quando non sei abituata)

È da un po' che mi sto chiedendo cosa fare per avvicinare i bambini a nuove attività, in particolare Orso che un po' è più pigro del fratello e magari non sa ancora cosa gli piace.

Tempo fa mi è capitato un volantino di un'associazione che organizza dei campi di tre mattine per fare calcio o hockey, con specialisti che insegnio ai bambini a migliorare le prestazioni, campi che si conclusono con guerre d'acqua e gavettoni, che sono la parte più interessante per i miei figli. Solo che € 160 a bimbo mi sembra una bella botta. Tocca cercare queli che organizza il comune, perché fanno subito a riempirsi.

Mercoledì però il capo ha assistito la scuola per la giornata degli sport che fanno ogni anno. Stavolta l'hanno organizzata al campo di atletica vicino al nostro club di calcio. Io l'atletica la vedo molto bene per Ennio e infatti è arrivato secondo in corso, ma proprio su una lunghezza enorme. Il primo era l'amichetto che già fa ateletica e che sapeva come gestire le proprie energie fino alla fine invece di scattare subito al massimo.

Ci siamo ricordati con il capo che nei 100 mt. neanch'io ero male da piccola, e che ho fatto con piacere salto in lungo e salto in alto. Il salto in alto mi è andato male perché avevo un blocco psicologico o pippa mentale per il limite di 1,40. Magari saltavo anche iù in alto, ma come vedevo l'asta a quell'altezza lì mi bloccavo, facevo cose assurde.

Il capo invece correva la mezza maratona quando l'ho conosciuto e soprattutto sui 5 km. aveva un tempo bellissimo. Mi ha guardata come a dire: ecco come ti rovinano le donne.

Insomma, per il prossimo anno voglio cercare una società di nuoto per togliermi il pensiero del diploma di Orso e per vedere se Ennio alla fine può fare qualcosa come tuffi o nuoto a livello sportivo. Il Capo a volte gli fa vedere qualcosa di pallanuoto quando siamo in piscina.

Insomma, mi piacerebbe fargli fare delle prove con quegli sport che a mio avviso gli potrebbero piacere o con cui ho affinità. Arti marziali, ginnastica srtistica o atletica. Vedremo. Orso è più da sport individuale mi sa.

Ad ogni modo io mi sono un po' stufata con il club di calcio. A Orso non piace, a Ennio si ma soprattutto per via degli amici che vanno e vengono anche loro. È soprattutto lontano e devo affittare la macchina per 4 ore ogni volta. Mi piacerebbe qualcosa più vicino a casa per andarci in bici. Peccato perché l'atmosfera è molto carina, anche per questo mi ero messa a fare volontariato al baretto.

Però.

Però nel frattempo, alla prima ci fai appea caso e ti chiedi se sei tu che fraintendi, alla seconda ti dici ma che è, un vizio e alla terza hai la certezza che il vecchietto che gestisce il bar, uno di quei soci che stanno lì da una vita e ormai fanno parte dell'arredamento cià proprio il vizietto della mano morta.

E io davvero mi sono trovata disarmata, perché non ho problei a dare un pugno o comunque reagire con energia se uno proprio mi mette la mano sulla chiappa, ma queste cose sottili, striscianti, vaghe, che nn sai mai (cioè, alla terza lo sai e con certezza, ma prese uno alla volta fingono di essere un caso) ecco, io ogni volta ci resto talmente di merda che non so cosa dire. Anche perché sono ben distribuite le volte, nel frattempo me ne scordo e mi rilasso.

Non sapevo che fare: ignorare la cosa e non andarci più è la prima, ma che me lo sto a fare a fare il percorso con la psicologa se continuo con il conflict avoiding che mi caratterizza così bene?

Le altre madri che fanno i turni le conosco solo per e-mail. Non mi va di dare il via a una gogna mediatica che no sai dove va a finire. Le madri che conosco si guardano bene dal farsi coinvolgere in checchessia, si portano il computer o il giornale e aspettano che i figli finiscano e poi se ne vanno.

Lo dico all'allenatore? Lo conosco talmente poco anche lui.

Però:

Hanno sempre problemi a trovare volontari per il bar, non vuol dire molto ma qualcosa vuol dire. Quante se ne sono andate in silenzio senza magari chiarirsi bene la situazione, semplicemente per un vago senso di disagio che non sai manco come formulare?

O quante si dicono: vabbé è un vecchio, sarà una sua forma di espansività, stai a farci caso? Non so, ma potrebe persino esserci qualcuna che la vede così, ti sposti due passi indietro e finisce lì.

Quest'uomo, pensandoci bene, sa quello che fa, quindi lo fa spesso, non solo con me.

Allora ho deciso, incoraggiata da santa suocera che proprio recentemente ha sentito al suo lavoro indipendentemente le une dale altre tre donne fare dei commenti casuali su un collega specifico, che io acchiappo da parte o l'allenatore, o i cosniglieri che il sabato stanno in ufficio, mi porto il capo come sostegno morale (toccherà ricordarsi di dirglielo, che non ho avuto tempo, capo vabbé, lo starai leggendo?).

E, lo scrivo che fa bene esercitarsi in anticipo, gli dico:

cari belli, io non ho più voglia di stare al bar per il seguente motivo. Non so se già ci sono stati dei precedenti, francamente non mi interessa perché appena posso convinco mio figlio a fare altro e qui, nonostante mi piacciate molto come spirito di club, la famiglia Diga non la rivedete più e chiuso il discorso. Non voglio stigmatizzare nessuno e se decidete di fare qualcosa sono fatti vostri, vi invito a stare all'erta, chiedervi perché è così difficile trovare volontari per il bar e magari alla prossima che sentite ricordatevi di me e fate 2 + 2.

Troppo lunga, si accettano suggerimenti.

Ma comunque mi interessa a questo punto anche cosa mi rispondono, perché mandare dei bambini in un posto dove non c'è una cultura dello stare attenti a questo tipo di comportamenti per evitarli, se ci metto io, che sono grande e grossa, tutto questo tempo e questa fatica per riconoscere che c'è un'atmosfera che mi mette a disagio, capire cos'è e decidermi a parlarne, se qui qualcuno mi molesta un ragazzino o una ragazzina, come la mettiamo?

Perché alla fine la vera domanda è questa. E cercare una risposta per me adesso spero mi aiuti in futuro per insegnare ai bambini a stare all'erta (senza renderli nevrotici) e al primo segnale reagire e venirmelo a raccontare.

Che cosa difficile quando vuoi offire delle possibilità ai bambini fuori casa e poi proprio tu ti rendi conto che il posto dove li mandi non ti tranquillizza per niente. Ma si cresce tutti, magari riuscirò pure io prima o poi a parlare serenamente con il reprobo nella serena certezza che nulla di quello che mi risponderà mi darà lo stimolo irresistibile a spalmarlo al muro con una pizza.

giovedì 27 maggio 2010

Che belli quando dormono


Inutile, ieri sono tornata che i mostri erano a letto e facevano casino, ho dovuto separarli e gli unici 10 minuti della giornata che mi hanno vista facevo la secondina.

Oggi ho rischiato di perdere il treno pur di sdraiarmigli accanto e respirarli un pochino, un minuto prima della loro sveglia, già vestita e pronta per uscire.

Stasera ci sono un'oretta scarsa per farli cenare e poi riesco e poi domattina di nuovo esco prima di loro e poi torno a notte, meno male che questo weekend ce ne andiamo a Lille tutti quanti per la presentazione di Statale 17 e me li godo, i miei mostrini tenerilli.

Insomma, quasi mi manca il tour de force in Italia in cui almeno dormivamo insieme tutte le sere e nelle mie notti di letture ogni tanto me li guardavo e annusavo, che quando dormono sono così belli.

Lo capisco il capo che tra le prime foto che mi ha fatto all'inizio del grande amore le più belle sono quelle in cui dormo. Queste sono di Orso, per consolarmi nelle pause.

(Come la capisco la mia vicina che su FB confessa di essersi seduta sullo scalino fuori dalla scuola a piangere per il primo giorno di scuola del pupo).

Domani M.E.L.M.A. a Rotterdam + appecorinamento



Anche quest'anno la Società Dante Alighieri di Rotterdam ci ha invitati a presentare uno spettacolo per la festa di fine corsi dedicata ai suoi soci e studenti. Che come al solito quelli che si occupano meglio di promuovere la lingua e la cultura italiane nel mondo sono sempre i volontari che ci mettono del loro e non chi è pagato, spesso profumatissimamente, per farlo in un ruolo istituzionale.

E in questo le Danti Alighieri, ognuna a modo suo e con le risorse e la gente che ha, sono bravissime, ricordo che solo la settimana scorsa Dante Amsterdam ha invitato Sergio Nazzaro (l'intervista la trovate qui).

Per il 25 giugno stiamo invece lavorando entusiasticamente al nostro dramma pastorale, dagli amici chiamato informalmente e affettuosamente l'appecorinamento, ma intanto cominicate col segnarvi la data, poi mano a mano vi sapremo dire.

martedì 25 maggio 2010

Le ricette di pesce di Wieringen

Cioè, sono mie, controllate, improvvisate o cambiate in tema dieta dr. Frank, ma sempre con il pesce comprato sabato a Wieringen.

Ippoglosso
Me lo sono fatta sfilettare in due fianchi di carne bianca e una testa-lisca che mi sono riportata anch'essa.

Brodo:
in una grossa pentola ho messo la testa e la lisca attaccate, un paio di coste di sedano e due cipollotti, una foglia di lauro e sale. Ho schiumato quello che potevo, l'ho passato nel colone (che sarebbe il colino formato scolapasta) e poi l'ho surgelato in attesa di tempi per risotti in un paio di sacchetti con la cerniera ed altri di quelli per i cubetti di ghiaccio, che dicono tutti che bisogna conservare i fondi di cotture nel portaghiaccio in modo da avere pratiche monodosi per l'uso che l'ispirazione mi suggerirà a suo tempo.

Insalata pesce e quark:
Dalla lisca e la testa ho tolto tutta la carne rimasta (lo sapevate che soprattutto le guance di questi pescioni a carne bianca, come il merluzzo per esempio, è buona assai? Il kibbeling che fanno in Olanda, i bocconcini di merluzzo fritto, originariamente erano le guance dei merluzzi), l'ho sminuzzata. In una ciotola ho messo un filo d'olio e del succo di limone, ci ho aggiunto dei capperi sotto sale con tutto il sale (tutto a occhio, fate voi), poi il pesce sminuzzato e un paio di cucchiaiate di quark bianco. Ci poteva andare anche del pepe ma non ce l'ho messo. Ho mischiato tutto con una forchetta (e queste cose le mischio direttamente nel contenitore con coperchio con cui le conservo in frigo, si lava una cosa di meno).

L'abbiamo scucchiaiato su delle porzioni di insalata iceberg tagliuzzata fine (non proprio chifonnée, ma quasi) per condirla a così è andato il pranzo della dieta. Ma ci si potrebbero anche fare delle tartine e guarnirle con un capperetto dissalato in cima. E volendo, anche aggiungerci della buccia di limone grattuggiata o a striscioline fini non guasta. Con o al posto dei capperi.

Pesce al forno:
Filo d'olio sul fondo della placca profonda da forno, coperto di zucchine a blocchi scottate ma non ancora completamente cotte e spruzzate di cinque spezie cinesi 9(pessima idea, lo dico per la cronaca, ma non rifatelo), filettone di pesce sopra, irrorato di succo di limone e olio e sale, in forno tra 160-170 gradi fino a cottura di pesce e zucchine.

Gamberoni
I gamberoni alla griglia che faceva mio padre, signore, che mistero perduto, dovrò chiedere a mia adre la ricetta. Però il gamberone mi risveglia tutta la nostalgia per quelle favolose cene sul terrazzo che facevano i miei, 7-8 portate di pesce per almeno 25 persone, chi le fa più della gente che conosco? No, dico, avete notato pure voi che rispetto alle cene tra amici dei nostri genitori il menu ai nostri tempi è diventato molto zen? O sono solo io? (Perché in tal caso se mi invitate con i maschi per farmi ricredere, io arrivo di corsa, eh?)

Gamberoni alla catalana (ma i catalani lo sanno?)
In una parte del fumetto di pesce del pescione di cui sopra ho cotto per circa 10 minuti i gamberoni. Nel frattempo ho tagliato sottile mezzo sedano, la parte interna avanzata dal brodo e altre cosette che non sto a dire, dei cipollotti e poi a pezzettoni dei pomodorini tipo san marzano mignon.

Su un letto di queste verdure mescolate e condite con olio e sale ho posato i gamberoni appena tolti dal brodo (l'idea è che arrivino in tavola tiepidi, e anche le verdure, tiratele fuori dal frigo per tempo che non siano gelide) a cui ho inciso il carapace sulla coda per semplificate la pulitura. Se siete della scuola "vieni qui che ti imbocco col cucchiaino" potete direttamente pulire le code lasciandoci testa e chele attaccate, ma per me il bello è anche pulirseli da soli, specie in famiglia dove si può succhiare con rumori inverecondi la testa e le chele della bestia. Prima di servire però un ulteriore passatina d'olio buono non fa male.

Calamaretti
I calamaretti erano già lessati, il che, date le dimensioni, ha semplificato notevolmente l'operazione di pulitura. Si stacca il corpo dai tentacoli con un movimento rotatorio, si spreme o tira fuori col dito l'interno del sacchetto, compresa la cartilagine trasparente. Il ciuffetto di tentacoli era micro ma mi sono voluta togliere la soddisfazione di mettercene qualcuno. In tal caso per pulire i tentacoli si taglia in mezzo il più vicino possibile agli stessi in modo che gli occhi e la pallina interna stiano da un lato (e li buttate) e il resto va usato.

Calameretti stufati al sugo di pomodoro
Si fa benissimo anche con calamri più grossi (e crudi) tagliati a pezzetti. In un fondino d'olio con spicchio d'aglio rosolato far insaporire i calamari a fuoco medio. Ci si può aggiungere tanto, ma tanto bene anche un peperoncino. Poi aggiungete il pomodoro passato, salate, mettete un coperchio e fate sobbollire a fuoco basso finché le povere bestie si stufano.

Impiattate e servite o da soli, o come condimento per un piatto di pasta, o facendovi delle indecorose scarpette con pane buono. Noi siamo adieta senza carboidrati ed è toccato consolarsi leccando il sughetto direttamente dal piatto.

Poi mi lamento dei modi di Orso a tavola, chissà dove li ha imparati.

Il porto a Wieringen (le ricette seguono)


Questo weekend lungo di Pentecoste sono successe cose innumerevoli: intanto il sabato toccava fare la spesa e tenere i bambini fuori casa perché i santisuoceri e il capo hanno passato 8 giorni sparsi tra weekend a verniciare le parti in legno esterne di casa, complice l'impalcatura di zio Pieter.

Il capo in assetto di guerra per la sverniciatura, che le parti in legno sono una cosa seria.

E sabato mattina decidiamo di andare a Wieringen, che Marina V sa già dove andrò a parare.

Va detto che in nostra assenza e approfittando delle comuni giornate di lavoro i diga senior con figlio hanno iniziato la dieta del dr. Frank, a cui mi sono unita al ritorno, non ancora come si deve ma ci sto arrivando.

La dieta del dr. Frank, lo dico subito perché spiega, è una roba a base di proteine e verdure, niente carboidrati di alcun tipo né frutta che contiene troppi zuccheri, e niente latte, mais, piselli e fagioli, che anche quelli troppo.

Per il resto ci si strafoca e considerato che il capo non mangia carne a me è venuta l'idea geniale di mettere insieme piccioni e fave e andare all'asta ittica a comprare il pesce e l'asta ittica per il pubblico si tiene il sabato a Den Oever, comune di Wieringen, all'inizio dela grande diga, ovvero a 66 km. da Amsterdam e altrettanti da Leeuwarden e mi pare di aver detto abbastanza, che il navigatore ce l'avete tutti e metteteci l'indirizzo Wieringen Haventerrein e ci arrivate se dio vuole. Piccioni e fave perché i figli li ho cacciati di casa promettendo di andare in spiaggia al ritorno.

Ovviamente sapevo che partire alle 9 e mezzo, portare la bici di orso al ciclista, perdersi subito, rimanere bloccata da un ponte aperto prima di girare e tornare indietro e farsi l'incrocio tra la A 7 e la A 8 in tutte le direzioni prima di imbroccare quella giusta, significava cara grazia se trovo un pesce. Che le personcine avvedute si prenotano su internet il giorno prima quello che vogliono, o fanno in modo da starci alle 8.

Ma ci arriviamo come dio vuole, anche se da Purmerend in poi la bella giornata di sole ha fatto posto a un cielo grigio e vento freddo e noi vestiti da spiaggia con un golfino di cotone. E riusciamo a procurarci l'ultimo pescione a carne bianca sul banco, un ippoglosso localmente noto come heilbot. poi mica vai a Wieringer per un pesce. Ci vai munito di borse termo, come noi per fare le scorte.

E allora ci siamo aggiudicati gli ultimi pesci piatti, che c'erano un'iradiddio di platesse a prezzo stracciato ma il pesciarolo, che noi gente di paesetti pesciosi sappoiamo come chiederlcele le cose, mi ha detto che lui preferiva l'altro tipo che costava 4 volte tanto, ma mi sono fidata, ne ho chieste sei, la signora 6 me ne ha pesate e poi mi ha imbustato tutte le altre che le avanzavano, almeno sgombrava. Il che vuol dire che se non sei troppo sofistica conviene pure arrivare tardi al mercato.

Poi c'erano dei gamberoni che ne ho presi subito una decina e li abbiamo fatti alla catalana, che uno cerca su google la ricetta e ne trova subito 4 diverse, ma proprio tanto, tra loro, e allora mi sono presa quella di Beccaceci a Giulianova, primo perché conosco il ristorante, e poi perché era quella che assomigliava di più a come li so io. E i calamaretti mignon, grandi come un mezzo dito mio variabile dal medio al mignolo. Che pulirli è un'esperienza zen.

Il bello di Wieringer è che con un sovrapprezzino il pesce te lo puliscono e anche questa mi è sembrata una cosa educativa. Soprattutto far notare a Orso che il ragazzino così bravo è pure tanto giovane, ma può usare il rubinettone a doccia, che Orso ne va pazzo, ce l'abbiamo anche noi e proprio il suo entusiasmo nelle show-room mi aveva quasi scoraggiata dal comprarlo. Ma lo usa responsabilmente, questo si, per lavarsi le mani.

Poi mentre facevo la fila per la pulitura pesce, mentre compravo le verdure alla bancarella all'ingresso, mentre decidevo di saltare l'acquisto pesci affumicati almomento fuori, perché aprire l'asta del pesce al pubblico di sabato non è un'impresa commerciale ma comunicativa e tutti quelli che ci lavorano sono spesso volontari. Perché la gente impari che pesce nn sono solo i filetti spugnosi del supermercato, che non sai né come né quando né come sono morti. Mentre tutte queste cose, compresa la signora che mi proponeva del rabarbaro e mi è toccato dire di no, che mia suocera ha appena rifilato 15 kg. di rabarbaro del suo orto al ristorante di fronte che è periodo di rabarbaro (e poi nelle ricette ce lo metto pure), i bambini avevano esplorato i dintorni, deciso che rinunciavano alla spiaggia in cambio di pesce fritto e mi si appendevano al braccio reclamandolo.

E sempre su consiglio della signora del bancopesci, che noi dei paesetti di pescatori sappiamo come intenderci, siamo andati non al ristorante evidentemente e prominentemente stava davanti all'asta, ma a quello dietro, passeggiando congelati per il porto.

E stanchi, ma felici e soprattutto sazi, che le porzioni di kibbeling e patatine qui sono abbondanti e le due che ho preso ai mostri, considerato che io avevo chiesto una sogliola fritta, ci sono uscite dalle orecchie, ma vuoi mettere la soddisfazione?

Che il tempo avrà pure fatto schifo lì a nord, mentre ad Amsterdam era bellissimo, ma io davvero devo ricordarmi, finché è stagione, di andarci quella volta al mese a Wieringer a fare le scorte pesci.

Anche se poi mi ci vogliono 3/4 d'ora a pulire i calamaretti, ma si sa, noi originari dei paesetti di pescatori, la volta che ci viene la botta di nostalgia non stiamo lì a farla lunga.

Abbiamo mangiato al Viscentre 't Wad, dove vendono pesce fresco, semipreparato e fritto o in panini. Haventerrein 4, Den Oever, 0227-510405. che se state andando o tornando dalla Grande Diga secondo me un giro potete farcelo, basta seguire le indicazioni Haven, senza dimenticarvi mai che siete su un terreno industriale dove si lavora, quindi non vi mettete a fare i cittadini imbranati e in settimana, specie se siete in camper, parcheggiate fuori e fatevela a piedi che è meglio.

sabato 22 maggio 2010

Il miglior motivo per la mamma blogger per scrivere un libro

È che poi hai un'ottima scusa per andartene in giro, con o senza marito e prole, per fare presentazioni organizzate dagli amici blogger o meno e farsi grandi rimpatriate, pizze, sbronze 0 ...(riempire i puntini con la propria motivazione profonda).

E ne approfitto per ricordarvi che sabato prossimo sono a Lille presso la Librairie International VO alle 18 per una presentazione sull'Abruzzo, insieme a Statale 17.

In caso che.

Al capo l'ho venduto come weekend in famiglia dalla zia. Ora tocca avvertire mia zia, che lo sa ma aspetta che la chiami.

venerdì 21 maggio 2010

Della prostituzione

Roberta ha scritto un bel commento al post precedente e mi sembra un peccato non proseguire il discorso.

Senza fare moralismi inutili, io trovo che chiunque, uomo o donna, abbia il diritto di prostituirsi se lo desidera, se i vantaggi gli sembra che superino gli svantaggi. Il corpo è mio e lo gestisco io in questo caso mi sta benissimo.

Poi che la maggior parte delle prostitute che ci sono in giro non ha scelto liberamente è un fatto. Che a me è tutto l'indotto intorno alla prostituzione che dà fastidio e basterebbe leggersi Giorgio Scerbanenco, per esempio in Milano calibro 9, e che dati i tempi non si poneva troppo il dubbio di creare personaggi politicamente corretti, semmai iperrealisti, per capire che sulla prostituzione girano tanti e tali interessi che l'idea di fare la libera professione in modo indipendente è un mito.

In Olanda ci hanno provato a normalizzarla, la situazione lavorativa, ma da una quindicina d'anni la situazione è desolatamente dominata dall'illegalità, come conferma purtroppo anche il sito di De Rode Draad (il filo rosso), un'associazione fondata da (ex) professionisti del sesso nel 1985 per difendere i diritti della categoria.

Vi ho linkato il sito in inglese se siete interessati, ci sono anche altre lingue, soprattutto quelle di paesi da cui provengono le prostitute illegali e sfruttate. Non l'italiano (per fortuna, o non ancora?)

A questo proposito ho un nanetto dell'amico X, che lavorava in finanza tanti anni fa, viveva in centro e nel tempo libero frequentava (diceva di) il miglior bordello di Amsterdam, lo Yab Yum. E su questo suo hobby, chiamiamolo così, io mi sono fatta i peggiori patemi sul suo conto. Perché X è davvero una personcina deliziosa, educata, discreta, spiritosa, un autentico gentiluomo per quei pochi che frequento. Uno che fa il baciamano alle signore, ma non per darsi delle arie, proprio perché l'hanno tirato su così.

E il mio patema era: ma come, è tanto un caro ragazzo, gli sono affezionata nonostante faccia cose che io considero moralmente riprovevoli? Perché è così che considero chi paga per avere sesso.

E da quel poco che sono riuscita ad estorcergli (perché poi a me interessava, come no, per una volta che conosco uno che ammette serenamente di andare per bordelli, quando mi ricapita), mi dà l'idea di essere quel tipo di cliente meno apprezzato di quello che le sue intenzioni vorrebbero, quello che si sforza davvero di piacere e di dar piacere alla sua partner di letto, anche quando la paga.

Che se poco poco vi siete mai letti qualche memoria di prostitute (consiglio Le ragazze di madame Claude) saprete che una ragazza che lavora mica ha tempo da perdere con uno così. E però, il marketing è marketing e il customer service in certi settori è ancora una cosa seria, e allora un cliente assiduo, solvibile e che non crea rogne, che fai, ogni tanto il secondo giro gratis glielo fai fare, anche se lui lo crede una manifestazione di gradimento per lo sforzo.

Perché è comunque vero che molta gente le donne le paga per semplificarsi la vita o che altro ne so di motivo, ma preferisce fingere che si tratti di un rapporto alla pari. Tanto non lo è ed è meglio che ci mettiamo tutti l'animo in pace su questo.

Comunque X ha anche avuto i suoi tempi d'oro in cui per tutte le buone qualità che gli ho sempre riconosciuto le donne che gli strappavano spontaneamente le mutande le ha pure avute, solo ad Amsterdam per qualche motivo alle olandesi non dava affidamento. Poi si è sposato ed è diventato un noioso padre di famiglia come tutti, forse rispetto ad altri a donne non ci va più perché adora la moglie e se la fa bastare.

Ecco da chi ho quindi il seguente aneddoto, vi prego di tener conto del contesto. X abita in centro, va al lavoro in bicicletta con i suoi doppiopetti di sartoria e la sua valigetta da bancario e di fianco a casa sua c'è una vetrina occupata spesso da una ragazza, che lui saluta sempre con un cenno della mano se rientrando a casa la vede dietro la finestra. Che i vicini si salutano anche se non hai intenzione di frequentarli. Hai visto mai che ti finisca lo zucchero in un momento cruciale? E poi X è un ragazzo educato, l'ho già detto. E la vicina saluta di rimando.

Finché un giorno lei esce un attimo dalla porta, lo ferma e gli fa:
"Ma tu per caso lavori in finanza?" che le divise da lavoro, specie in un posto come Amsterdam, si riconoscono.
"Si, perché?"
"No, perché studio economia e commercio e per questo esame mi sono incartata sui future, mi chiedevo se me li puoi spiegare?"
"Non c'è problema, dimmi quando e dove, da me o da te?"
"Meglio da me, il mio ragazzo si secca se vado da sola a casa di un uomo".

Lì, giurava l'amico X, lui si è detto: questa non l'ho capita. Però paese che vai usanze che trovi. Poi si sono fatti questo caffé, lui le ha spiegato i future, lei ha raccontato di essersi comprata due case con questo mestiere e appena arrivava alla terza smetteva, tanto poi voleva laurearsi.

Ora, io manco ci provo a spiegarmi le motivazioni di questa ragazza. Vanno bene per lei, vanno bene per il suo ragazzo, che non mi sembra stia lì a sfruttarla, ma è sanamente geloso di altri uomini che le possano piacere fuori dal lavoro ed evidentemente sia come coppia che come singola lei sa farsi le sue distinzioni tra frequentazioni di lavoro e quelle private, che siano con il vicino o meno. Dico solo come possono stare le cose. Fin qui il lato normalizzazione.

Ma che la prostituzione resti uno di quei mestieri un po' al margine se ne sono anche accorti in Olanda quando anni fa hanno dato un giro di vite a tutta la normativa sui sussidi di disoccupazione. Lí ci è stata tutta una discussione su questo.

Perché delle due l'una, o fingi che prostituirsi sia equiparabile allo stare dietro la cassa del supermercato, o ti tieni alla larga dall'idea che chi riceve un sussidio e deve essere obbligato anche ad accettare lavori diversi dalle proprie qualifiche se vuole mantenere certi diritti, non possa essere costretto ad accettare un lavoro nel settore, perché è una scelta un po' diversa.

Voglio dire che se sono una ballerina disoccupata mi può star bene essere costretta a insegnare danza ai bambini, ma devo poter rifiutare di andare a fare lap dance in mutande in un bar del quartiere a luci rosse. E che questa non è più una questione di soldi. È una questione che investe altre motivazioni che vi salto a piè pari.

Proprio ieri leggevo dell'inchiesta in Veneto per cui ex-operaie disoccupate, causa crisi si prostituiscono raccontando ai figli o in casa che fanno la badante o la barista. Io trovo atroce che si debba arrivare a questo punto, che nel nostro paese gli ammortizzatori sociali non esistano proprio, proprio noi che non abbiamo fatto un amato tubo per intervenire nella crisi, ma ci dicono che la crisi è una cosa percepita, di non preoccuparci, di spendere e spandere.

E il commento di un lettore che dice: troppo facile prostituirsi, lavare i pavimenti negli ospedali non va bene lo stesso? Ma dove viviamo? Trovalo tu a 45 anni un lavoro del genere, vai tu a fare la badante di notte. A un certo punto uno si fa i suoi conti e anche un bambino capisce che con lavoretti del genere non ci paghi un mutuo e non ci mantieni dei figli. Che l'umiliazione a cui ti sottopongono per trovare e fare dei lavori del genere non è inferiore a quella di andare con uno che non conosci e non devi frequentare e allora scegli quello che paga di meno?

Guardate che per le pulizie gli italiani preferiscono gli stranieri o gli sconosciuti, perché secondo loro una del posto va a raccontare i fatti suoi al panettiere.

(Il che potrebbe aprire un altro discorso. ovvero, perché gli emigranti lo fanno? ma questo è argomento di un prossimo post, quindi ci torno).

Ma si diceva della prostituzione. Io trovo in parte riduttivo giudicare la gente che sceglie per questo in base al telefonino, il macchinone ecc. È vero che in questo momento il messaggio che circola tra le ragazze e aspiranti veline in genere è: studiare non serve a niente, fai il calendario, sposati il calciatore che così sei sistemata.

Ma è proprio questo il punto pericoloso: una sana attività di prostituzione in proprio - ammesso che sia possibile e che non ti vengano subito a far visita i protettori - con un obiettivo specifico (come la studentessa di cui sopra) e per un periodo limitato mi sembra il minore dei mali per una ragazza.

Il velinismo invece è pericolosissimo perché ti rende ricattabile, perché non hai autonomia, perché dipendi davvero dai Lele Mora e giù nella gerarchia di ometti sporchi. Perché dà nobiltà a una professione nella quale per definizione non devi saper fare niente. (Cercatevi su youtube il balletto di Gioca Jouer con Cecchetto 20 anni fa - non il Lago dei cigni con Nureyev - e ditemi come sapevano ballare quelle ragazze lì rispetto alle nostre idolette attuali).

Non mi venite a dire che Belen è una donna forte che esercita il proprio potere e fa le sue scelte, per cortesia. Preferisco la D'Addario allora.

In questo, se vogliamo, mi è piaciuto moltissimo come Silvia Avallone in Acciaio descrive il reclutamento della quattordicenne per il gilda e la prostituzione. È terrificante pensare quante ragazzine ci sono in giro senza certezze, senza autostima, e preda di qualsiasi squalo che - quelli si - sono bravi a fare la bella vita fruttandole.

È terrificante pensare come il tessuto di sostegno sociale stia fallendo in questo momento, come i genitori, la scuola, gli esempi, le pressioni esterne stiano modellando una cultura del de-merito. Come dice giustamente Roberta, questa serena convinzione per cui non serve sbattersi, non serve essere onesti, non serve rispettare le leggi. Basta vendersi, e non mi riferisco solo al sesso, per avere successo nella vita.

Qui, altro che normalizzazione della prostituzione, qui siamo finiti nella prostituzione della normalità, non sappiamo come sia successo e ci stiamo pure chiedendo se ne verremo mai fuori.

A questo punto il condannare le escort che amano la bella vita facile scusate, ma mi sembra sparare sulla croce rossa.

giovedì 20 maggio 2010

L'interprete nell'immaginario collettivo dei puttanieri

Hai voglia a indignarti per cose tipo "La Pupa e il secchione" e i danni che fanno all'immaginario collettivo. La cosa è altamente più tragica quando l'immaginario distorto riguarda la tua professione, che hai voglia appunto a cercare di non annullare il tuo caratter(accio) nell'uniforme, ti tocca e comunque anche così non sai se il tuo assistito ti sta ascoltando o sta cercando di immaginarsi che mutande porti (e così, per gli eventuali interessati aggiungo che per pura tigna e per restare sveglia io in servizio riesumo i mutandoni a mezza gamba in lana di pecora purissima e spinosa, onde evitare tentazioni, e se insistono gliele pure faccio vedere così almeno per un paio di mesi l'interruttore libido se ne sta bello spento e si può pensare a lavorare seriamente, contenti che ci penso a non negare le informazioni essenziali?)

Da che mi viene questa bottarella barricadera? Semplicemente dal fatto che prima di buttarlo ho iniziato a sfogliare il numero dell'Espresso in omaggio con il "Johan Padan a la descoverta de le Americhe". Che sotto il titolo "Moggi, arbitri ed escort" riporta delle 'puttane di alta classe' (sic/sigh, che a me solo l'espressione alta classe applicata a checchessia me lo fa cadere in antipatia) a cui venivano consegnate le chiavi delle camere di arbitri e guardalinee che poi loro salivano ad aspettare. Che solo per questo, se mi trovassi una persona non invitata nella camera d'albergo che occupo per motivi di lavoro io chiamerei il 113 e farei una bella ramanzina alla direzione, ma appunto, un povero arbitro o guardalinee affaticato dopo la partita magari non ci arriva. Messo a confronto con le dichiarazioni delle sue prestatrici d'opera (una frase che voglio riprodurvi integralmente) "Moggia si difende come Scajola: non si era accorto di nulla, pensava a semplici "hostess" o "interpreti", comunque faceva tutto Pavarese".

Pardon?

Cioè, mi state dicendo che dopo aver dovuto introdurre il lemma 'escort' come sinonimo pudico di meretrice, adesso ai poveri accademici della Crusca tocca pure passare l'estate chie viene a disquisire sul termine 'interprete'?

No, ditemelo che così una si regola, e magari è pure utile per quei genitori di maturandi che si sono comprati lo stesso numero che ho io dell'Espresso per chiarirsi le idee sul futuro dei pargoli alla scelta della facoltà. Almeno capiscono che invece di pagargli una scuola interpreti seria, che manco è uno scherzo, fanno prima a far rifare le tette alla pargola che poi la carriera procede senza intoppi.

Un post perfettamente inutile, ne convengo.

Rimane il fatto che io non so come valutare gente che più che farsi amare a pagamento, che sarebbero pure fatti loro privati se le parcelle se le pagassero da sé e non con soldi pubblici o mazzette imboscate, hanno questa deplorevole tendenza a cascare dalle nuvole: io, pagare una donna, ma scherziamo, e pensare che mi illudevo fosse il mio fascino selvaggio, che avercelo tutti, quel fascino selvaggio lì, sarebbe proprio una bella cosa.

No, questa è gente che non ha neanche il coraggio di guardarsi in faccia allo specchio e dire: io sto facendo la figura da mentecatto con me stesso, la mia famiglia e i miei datori di lavoro per che cosa? Una scopata mercenaria. E come (perché è sempre il come la cosa importante): non prendendomi la responsabilità dei miei hobby, cercarmela e prenotarmela da me e poi metterle io personalmente i soldi in mano. No, fingendo che non so nulla di quello che mi accade e preferendo ignorare i puri e semplici fatti. Questo nel contesto in cui si spera che uno riesca a fingere di essere almeno per un po' sé stesso, perché se uno non riesce a mollare la maschera almeno nel momento liberatorio di un orgasmo vuol dire o che non è in grado di godere, o che si è scordato come smettere di fingere.

In entrambi i casi, lo frequentereste uno così? Avreste qualche argomento di conversazione, un piano di affinità umana che vi permetta di tollerarne la compagnia per quella manciata di minuti che la socializzazione richiede? Non è moralismo, è che le azioni della gente la qualificano senza remissione di peccato.

E allora, porca miseria, tu, arbitro, o ministro, o grand commis, tu che sei nella posizione di chiedere le mazzette che vuoi, se fosse poi che sono i soldi a motivare le tue scelte di disonestà, tu ti accontenti di non mandare via quella sconosciuta he ti ritrovi in camera? Ci vuole davvero così poco? È questo il tuo spazio di trattativa? No, ditemelo perché mi interessa sapere sul serio le motivazioni di certa gente.

mercoledì 19 maggio 2010

Demo di Democrazia, 23 maggio, ore 13, Amsterdam

Visto che ne ho accennato nel post precedente che parlava anche di altro, qui le info complete:

ASTAROTHEATRO–TEATRO DA CAMERA

presenta

Demo Di Democrazia
(Teatro Filosofico/Teatro e Filosofia)

Domenica 23 maggio ore 13.00 (matinée)
Sint Jansstraat 37 Amsterdam
Ingresso € 6 + offerta libera
Prenotazioni: info@ondaitaliana.org – Tel. 06 25382491

L’ Astarotheatro diventa Teatro Filosofico
Il teatro come stimolo e punto di partenza per la discussione (filosofica)
In questo nuovo format teatrale lo spettacolo sarà seguito dal dibattito con il pubblico


Demo Di Democrazia
(Teatro Filosofico/Teatro e Filosofia)
prende spunto da testi e musiche:
“Dialogo sulla democrazia” dialogo letterario di Sebastiano Vassalli
“La democrazia” ballata teatrale di Stefano Benni
“Lo scrutatore non votante” canzone di Samuele Bersani
“Borghesia” canzone di Claudio Lolli
e ancora altro e altro ancora

Demo Di Democrazia
(Teatro Filosofico/Teatro e Filosofia)
vi viene presentato da:
Sebastiano Gentile
Stefano Bocconi
Roberto Bacchilega
Silvia Terribili
Barbara Summa

Demo Di Democrazia
(Teatro Filosofico/Teatro e Filosofia)
è una rappresentazione teatrale in italiano con dibattito

www.ondaitaliana.org

Io non ci sto


Una poesia di Giorgia Vezzoli per questa bella iniziativa di Donne pensanti (pippone mio personalissimo segue in calce):

IO NON CI STO

Io non ci sto

alla dittatura televisiva dell’avvenenza,

che mi fa esistere solo se bella o appetibile,

barattando il mio pensiero in nome di una magra

visibilità.

Io non ci sto

ad essere solo corpo.

Da guardare,

da toccare,

da giudicare,

da mercificare.

Io non ci sto

poiché conosco

cosa genera l’offerta della mia carne

sugli sguardi inconsapevoli.

Io non ci sto

e pretendo rispetto

e che si dia spazio a tutte le mie

diversità.

La mia rivoluzione comincia con il rifiuto

dell’immaginario imposto

per mutare nel respiro di una nuova dignità.

Ora, lo so che combattere ferocemente ogni scivolone con un mail bombing rischia di disperdere energie che si utilizzerebbero in modo più efficiente altrove (ma quale altrove).

Lo so che è una questione di immaginario femminile, che esiste da ben prima della televisione, ma che la televisione ha contribuito a veicolare ed esasperare in questi ultimi anni.

Lo so che è inutile fare l'anima bella e mandare avanti una battaglia silenziosa e individuale quando la merda ti circonda a tutti i livelli.

E lo so che una percentuale costante della popolazione non ci arriva né ci arriverà mai e che la democrazia di base ammette la possibilità che ci arrivi a governare gente proveniente da quella percentuale lì, che il dispotismo illuminato è una bella cosa ma all'atto dei fatti non più infrangibile del resto.

MA:

cominciate a spegnere quella cavolo di televisione. Cioè, stiamo lì a fare le blog-action e i mail bombing allora vuol dire che accesso a internet ce l'abbiamo. che altre vie di comunicazione ci sono aperte. Che non è vero che alla fermata dell'autobus non sappiamo di che chiacchierare, volendo.

Cominciate a spegnere quella TV e cominciate a procurarvi documentari, cartoni, dvd che vi piacciono e il sabato mattina impegnateli con quelli i bambini, mentre voi avete bisogno di quell'oretta tranquilla per ingranare.

Cominciate ad esercitare il vostro diritto di consumatori, che le battaglie ideali i grandi conglomerati forse non ci arrivano o fingono, ma il bilancio di fine trimestre vedi come lo capiscono.

Cominciate a dire esplicitamente che la tale pubblicità mi offende o mi fa schifo e col cavolo che compro i tuoi prodotti, comunicatore del piffero. Che ci metterai 15 anni a rifarti una verginità di immagine, anche se li passi tutti a 15 ad acarezzare i cincillà in pericolo di estinzione.

Cioè, cominciamo. Nel mio piccolo un po' ho cominciato 15 anni fa lasciandomi ale spalle una TV che non ho più ricomprato (e litigando per 3 anni con chi automaticamente mi faceva pagare il canone per spiegargli che si, esiste anche gente che a un certo punto smette di guardare la TV). Restituite il decoder.

Non dico che sia sempre possibile, non dico che si possa essere sempre coerenti, non dico i valori dell'autarchia, non dico che siamo zen, ma cominciamo. Un grande viaggio comincia dal primo passo, se proprio ve lo devo dire con la citazione citabile appropriata.

E come primo passo suggerisco di lasciar stare quella confezione di merendine o quel toccone di ciocccolato ed investire i soldi risparmiati in un prodotto culturale.

Andate a vedervi Draquila. Compratevi un libro. Andate a teatro. Prendete un paio di guanti e un saccone della monnezza e ripulite dalla plastica un metro quadro dei vostri giardinetti preferiti, che ci vogliono 3 minuti.

Consiglio per gli acquisti della settimana: Demo di democrazia, teatro filosofico con dibattito (il testo comincia in olandese e prosegue in italiano, non cominciate subito a scoraggiarvi, nessuno ha mai detto che fosse tutta discesa). Amsterdam, domenica 23 maggio

Scusate (ma tanto non vi ha costretto nessuno con la pistola puntata alla tempia a legger fin qui) ma devo andare a stirare e mi sa che mi ci guardo Johan Padan e la conquista delle Americhe che ieri mi sono presa con l'Espresso. Che anche quella testata lì ho iniziato a boicottarla per iscritto una ventina d'anni fa per una foto ammiccante in copertina ad illustrare un articolo sullo stupro, ma Fo ha questo potere taumaturgico persino con l'Espresso.

L'ho sempre detto di essere incoerente.

martedì 18 maggio 2010

A che serve un blog (tra l'altro)

Siamo tornati, vivi e stanchissimi. Ovviamente stamattina è stata la giornata di sole più bella di tutte, il sole splendeva, il mare era invitante, la spiaggia pulita e io me li sono goduti tutti dalla finestra mentra facevo i bagagli. e mentre salivo l'ultima scala mobile dalla metro (siamo scesi per sbaglio una stazione prima e saltati subito sulla metro dall'altro lato della banchina, mi sono ritrovata alle spalle un'amico che usciva dal lavoro e che mi ha aiutata a portare la valigia.

E poi il capo parcheggiato dietro la stazione e Orso che quando l'ha visto seduto in macchina ha lanciato un trillo di gioia e gli è corso incontro con le braccia allargate sventolando il giornale che mi portava.

Mi prenderò qualche giorno per gli aggiornamenti vari blogghistici, finora mi sono solo letta per intero un blog di nuova apertura che si chiama M. vince.

Ecco, a che serve un blog? A M. e ai suoi genitori per informare parenti e amici del decorso della leucemia che le hanno scoperto prima delle vacanze. E se li conosco un po', per chiederci di creare un'atmosfera positiva intorno a questa disgrazia. Per concentrare tutte le loro energie sui loro tre bambini in questo momento e anche tenerci informati in maniera morbida, in modo che noi siamo al corrente senza che loro debbano stare a perdere troppo tempo con la comunicazione.

A me sembra un atteggiamento bellissimo, che comunque permette loro di sfogarsi e riferirci anche dei momenti difficili, quelli in cui lui si chiude in bagno per piangere o in cui hanno messo al corrente la scuola.

A me ha ricordato il periodo in cui a 4 anni ho passato dei mesi in vari ospedali per un'steomelite, che se mi chiedete cos'è manco lo so. Ma magari ce la faccio a ricordarmi cosa mi ha aiutato a passare il tempo in ospedale. Comunque il Nintendo non l'avevo.

Gran cosa l'avanzamento della scienza e della tecnica.

Brutta cosa la sfiga.

lunedì 17 maggio 2010

Profumi

Nonostante il maltempo, il bello di scendere a maggio è che oltre a tutto il sambuco e le acacie fiorite che ho incrociato in campagna, il pitosforo qui al mare li batte tutti. Una botta in testa di pitosforo.

(Ma il pitosforo, rientra negli aromi percepibili in un vino? No, giusto per curiosità, vista la fatica che ho fatto a suo tempo per convincere Gabrielle che si, le violette hanno un profumo. Per nostra fortuna.)

domenica 16 maggio 2010

Vita da blogger

Io certe volte mi chiedo se tutte queste presentazioni in giro di Statale 17 non siano la scusa per conoscere i/le blogger che conosco.

Così ieri a Bologna oltre ad essermi spalpazzata in carne ed ossa Panz e Tino (Frollina era appena sveglia e in fase cozzacoccola con sua madre e quindi non ha degnato il mondo circostante di grandi attenzioni), ho rivisto Silvia di Mogliedaunavita e la mitica Mamikazen da Pesaro con cui sono un pò di estati che cerco di combinare, tanto le Marche, cosa vuoi che sia, stanno dietro l' angolo. Eccetto che l' angolo suo è quello opposto e quindi poi non ci siamo mai riuscite.

Insomma le presentazioni tra blogger che si conoscono dal vivo hanno tutto questo rituale che una dice nome e nick sennò non si capisce. Che sembrerebe una cosa da ridere, ma in realtà basta chiamarlo nom de plume che fa subito intelligentsja carbonara. E quanto siamo fighe pure noi blogger.

Poi la serata abruzzese a Bologna è andata benissimo, ho conosciuto delle signore oriunde o maritate abruzzesi carinissime. Tra cui Amina, somala, a cui ho raccomandato il libro come una guida che potrebbe, un giorno, chissà, salvarle il matrimonio. che con mia madre polacca e mio marito olandese so benissimo cosa voglia dire sposarsi un abruzzese se vieni da fuori e non sei preparato al sottotesto.

I musicisti di irumAmuri non hanno potuto trattenere una risata omerica quando raccontavo dei pranzi di nozze, che da noi si considerano riusciti solo quando la roba avanza che si può riportarla a casa. Tande sta pagate è stato il trigger a cui non si sono potuti tenere.

E adesso toccherà dare un' occhiata agli orari dei treni per capire come rientrare dietro l' angolo.

sabato 15 maggio 2010

Nottata in bianco

Altro risveglio all' alba per finire un libro di quelli che non si fanno mettere giù, Il gioco dell' angelo di Ruiz Zafon.

E adesso parto per Bologna.

giovedì 13 maggio 2010

Onna


Sta qui

La foto qui sopra non c' entra, ma è la via Celestino V adesso, dov' era la mia prima casa di studentessa all' Aquila.

Di incanti e disincanti

E va bene, meglio togliersi le illusioni dalla testa una volta per tutte. Gente più in gamba di noi ci riesce subito, io e mia madre ci abbiamo messo un anno. A casa a Ofena NON ci possiamo più rientrare, punto e basta. E sicuramente non dormirci, neanche di passaggio come consolazione, neanche in quel paio di stanze che sembrano intatte. Che magari poi lo sono, ma sono circondate da altre stanze le cui lesioni si allargano e buonanotte al secchio.

Ho fatto a tempo a cucinarci, a dormirci e a fare le bottiglie di sciroppo di sambuco, che a me con l' età viene la sindrome della madre chioccia. Ma erano troppo belli i sambuchi fioriti per tutta la Valle Peligna e a Ofena non si vedevano, ma ricordavo quelli sotto al cimitero, li ho trovati, spelati dai fiori, messi questi a macerare tre giorni in un pentolone d' acqua coperto. Dopo tre giorni passati con un panno, aggiuntoci uno sciroppo di zucchero (una busta di fiori, 2 kg. di zucchero) e ho imbottigliato.

Poi siamo arrivati a Roseto. Ho portato i bambini al mare. La spiaggia tutta vuota e per noi. Ci siamo scottati in una mattina. Ho chiamato l' amante virtuale in Veneto:
- Sto al mare da stamattina.
- E vaffanculo, che io e l' amante virtuale ci trattiamo così perchè ci vogliamo bene.

La scuola all' ultimo momento non li vuole. van ennio. (commento estemporaneo di mio figlio che mi ha sorpresa alla tastiera).

E stanotte, alle 2 mi sono svegliata perché dovevo assolutamente finire questo libro di David Grossman che ho iniziato ieri, sui bambini a zig zag.

E l' ho letto fino alla fine, piangendo dove diventava troppo bello per non piangere, guardando e ricoprendo gli gnorpoli che si dividevano un lettone, nudi e crudi e spalmati le scottature sotto le coperte.

E interrompendomi per spegnere la luce e guardare fuori, il mio Adriatico fuori dalla finestra, quando ho sentito rumor di motori ed erano 41 pescherecci con le luci bianche e verdi che mi sfilavano di fronte. E una volta che ho chiuso il libro e ho spento definitivamente la luce il mare aveva quel colore bianco luminoso che ha prima dell' aurora, alle prime luci della mattina incombente e poi mi sono addormentata e mi ha svegliata questo sole rosso arancio appena sopra l' acqua e mi sono riaddormentata pensando all' enorme privilegio di rivedere questa luce e queste mattine della mia infanzia, e questa spiaggia bianca e vuota tutta mia.

E stamattina è nuvolo e freddo e vaffanculo pure al tempo. Gli gnorpoli si sono goduti la spiaggia anche così mentre io dalla hall sto finalmente al computer e mi basta alzare gli occhi per vederli costruire la torre eiffel sulla sabbia.

E adesso chiudo perché Ennio reclama i suoi giochini online.

Grazie Anna e Maria Laura che mi ospitate sempre in questo bellissimo albergo sulla spiaggia, che per me è un ritorno all' infanzia e cos' altro ci resta se non gli amici, i ricordi e i libri?

domenica 9 maggio 2010

Tappa all' Aquila

Ne parlo di là (adesso dovrebbe funzionare)

sabato 8 maggio 2010

Prime tappe

L' altroieri siamo andati a Roma per irprenderci la nonna a Ciampino e l' Artista Borderline ci ha portati a vedere Circo Massimo, Foro e Colosseo. da fuori, ma le belve hanno cammionato zitti e mosca.

Ieri siamo stati a Sulmona alla presentazione del libro a Palazzo Sardi. C' erano tutti i miei parenti della zona, compreso zio Piero che soffre di orsite e non esce mai da Pratola, dice sua moglie. Mi sono fatta un bel pianto e così ho capito cosa è meglio non leggere in pubblico. Ma tanto eravamo in famiglia.

Ennio ha scoperto tre cuginetti (di terzo grado, se esiste una cosa del genere) se ne è andato con loro, ha scoperto la Wii ed è toccato andare due volte e prenderlo, non voleva tornare.

Io ho rivisto con enorme piacere la moglie e il figlio grande di Francesco, un pischellone dolce a cui piace scrivere e che mi vede come u mito (oddio che responsabilità). Gli ho parlato di tecnica e se davvero si farà il corso di scrittura meditativa a San Demetrio me lo trascino.

adesso andiamo all' Aquila e domani a Faenza. Seguono aggiornamenti.

mercoledì 5 maggio 2010

Qui ed ora

Che poi tra mille corse e cose utili ed inutili c' è stato questo momento, oggi pomeriggio, dopo il la discesa a piedi,e il treno e il meccanico e gli auguri le paste di Mauro e la spesa di Italo per il bar che i miei figli hanno reclamato a gran voce il mare, per poi arenarsi su un gonfiabile mentre io spiegavo a mio fratello come e qualmente e perchè non ritengo che Bertolaso si meriti la cittadinanza onoraria dell' Aquila (ma è un mio parere, eh, e chi sono io) ed è bello parlre di politica con mio fratello perché non litighiamo e il capo ha telefonato perché gli manchiamo e perché si è ammalato ma domani torna al lavoro e comunque in quel momento riattaccava ed andava a dormire e Ennio doveva fare pipì e a me vie viene sempre una reazione di panico quando siamo in giro e me lo dice perchè non so mai dove fargliela fare, ma l' ho sollevato al di là della rete dal lato della spiaggia e gli ho detto di andare a farla in mare ed è tornato con i piedi e l' orlo dei calzoni umidi e insabbiati e ci sarei voluta andare io ma non me la sentivo ed è stato qui ed ora.

Che guardavo i cavalloni del mare e a ogni respiro mi restava una patina salata sul palato.

Ecco.

martedì 4 maggio 2010

Partenza

OK, sto partendo con i bambini in autobus, treno, aereo e ancora un paio di autobus. Stasera dormiamo a Pescara da Vic. Domani ci sarebbe la proiezione di Draquila della Guzzanti a Piazza Duomo ma mi sa che non ce la farò a vederla (per quanto, mai dire mai).

Nei prossimi giorni mi sentirete meno spesso, solo quano trovo una connessione. E magari mi troverete più spesso di là.

sabato 1 maggio 2010

Del giorno della regina in campagna

il giorno della regina è una di quelle cose che in Olanda bisogna crederci. Io ieri ho scoperto di crederci poco. Ad Amstrerdam non so come sia andata, so solo che i servizi di pulizia stanno scioperando e tanto per capirci si sono dati un po'di tregua intorno alla festa.

Ecco, altro che controllori di volo a Ferragosto, qui lo stesso effetto lo si ottiene se la NU si toglie di torno. Perché la primissima cosa che ricordo del mio primissimo giorno della regina al mondo fu lo shock nel vedere come la gente perda il controllo da queste parti, basta avere una scusa per far festa e lasciarsi andare e tanta birra in circolazione.

Alle 13, nel centro di Amsterdam, cammini letteralmente su 20 cm. di pattume, perché tutti i bicchieri di carta-plastica-materiale inquinante vario sta lì, sotto di te. I bidoni straripano, la gente piscia con l'uccelllo al vento nel canale nel quale passano barche carica di gente alticcia.

Poi alle 17 chiude tutto, la gente si incammina verso la stazione per sdraiarsi sui binari e sconvolgere tutto il traffico ferroviario. e in quel momento squadre di pulistrade cominciano a spazzare, aspirare, caricare e il giorno dopo sembra quasi che non sia successo niente, a parte qualche vetrina o cabina telefonica scassata.

Tutta la gente tutta che conosco ma in particolare la Sturni va poi in giro tutto l'anno con twin set e scarpe chicchissime comprate per un euro per strada.

Ecco. Noi no.

Quest'anno siamo stati in campagna dai nonni dove si comprano bene le biciclette per i bambini, ma eravamo forniti. Scarpe da calcio. Varie ed eventuali. Il tutto con calma, senza troppi ubriachi in strada che vanno nel caffé, senza pattume per terra, una bell'atmosfera tranquilla di festa in paese, la scuola di danza che faceva balli di gruppo, una coppia di tangheri che impegnava un incrocio tra gli applausi delle vecchiette.

Noi con due scatole di robe che i bambini volevano vendere ma ci siamo svegliati tardi e abbiamo lasciato perdere. Ho promesso che il prossimo anno vado io alle 5 a occupare un posto strategico e metter su la bottega purché dalle 9 in poi qualcuno mi dia il cambio e mi faccia tornare a dormire.

Perché questo ci viene bene a noi in campagna dai nonni, giorno della regina o meno: dormire, giocare con i cani, comprarci scarpe e pantaloni il capo (l'unico grande affare: i sandali Naturino per Orso a 10 euro, il resto a prezzo pieno, ma le scarpe carine e comode che trovo io da Molenkamp in campagna, da nessuna altra parte.)

E adesso si va in piscina per le tre lezioni di nuoto di Orso prima di venire in Italia.